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Stando a Coldiretti, è record nel 2018 per la spesa in pranzi e cene fuori casa che sale al massimo storico di 85 miliardi di euro, pari al 35% del totale dei consumi alimentari degli italiani.

a cura di Graziano Guazzi

La tentazione di correlare a questo fenomeno (effetti di filiera) la crescita (21%) del fatturato di Bollicine Community è forte, ma forse è azzardato. Sia come sia, in Data Flow i numeri confermano un deciso incremento (sul 2017) degli acquisti di tecnologie dedicate alla logistica (Radio Frequenza) e alle APP per gli Agenti (BCGO) e gli Autisti (GECO). Al contrario, quelle dedicate ai tecnici (WorkingBeer) e alla propria clientela (Jumping Frog) continuano ad essere il fanalino di coda.

Le Aziende che nel 2018 hanno cambiato il fornitore di tecnologie, passando a Bollicine Community, sono 21. Di cui 7 trattano prevalentemente FOOD (in modalità distribuzione e Cash and Carry). Il che, da una parte conferma la completezza dell’offerta Bollicine Community; dall’altra, la caduta del tabù che guardava al Beverage e al FOOD come al diavolo e all’acqua santa.

Certamente, il tema dell’anno è stato il passaggio dalla fatturazione cartacea a quella elettronica.

Sul cambio di paradigma, terreno di scontro anche politico, sono già stati spesi fiumi di parole ed è davvero difficile aggiungere qualcosa di utile. Quello che posso fare è testimoniare come stanno andando le cose (nel momento in cui scrivo) nell’ambito della Community e accennare alle opportunità. 

Nell’ultimo trimestre del 2018, sono stati organizzati diversi incontri di formazione (Parma, Bolzano, Napoli, Catania e Cagliari). Il numero dei partecipanti, quasi mille persone, conferma che gli operatori non hanno sottovalutato i problemi.

Come abbiamo suggerito ai corsi, la quasi totalità delle Aziende non ha modificato i modelli di business ad esempio passando dalle fatture di accompagnamento alle differite.

Le prime cinque settimane dell’anno sono state davvero difficili, non solo per i nostri clienti. Da tutte le parti, arrivavano segnalazioni di malfunzionamenti, problemi di connessione, down del sistema di interscambio, ricevute di conferma mai arrivate e fatture del fornitore mai ricevute: insomma, sicuramente per gli imprenditori italiani non è stata una delle migliori partenze che ci si potesse aspettare per questo 2019, ma nemmeno il disastro che molti annunciavano. In effetti, alla fine della prima settimana di febbraio, la Community ha inviato all’Agenzia delle Entrate quasi 380.000 fatture (con un numero di scarti irrilevante).

Restano alcuni ostacoli, o presunti tali. Ad esempio:

  1. alcuni dati, giudicati importanti per chi riceve la fattura, non sono obbligatori, ma alcuni operatori (soprattutto quelli grossi) li pretendono, chiedendo ai propri fornitori di includerli negli XML;
  2. la mancanza della copia di cortesia è molto spesso vissuta come problema;
  3. ci sono ancora domande in attesa di chiarimenti dell’AdE e alla fine dell’anno la FE è estesa a tutta l’Europa (il che richiederà certamente la revisione dei tracciati di interscambio).

Il primo punto rappresenta una seria criticità perché, a parte la confusione sugli obblighi di legge, rischia di innescare un percorso in contrasto con i presupposti per la digitalizzazione del sistema paese. In sostanza, ben venga l’arricchimento degli XML per automatizzare i processi lungo la filiera, ma le regole devono essere dettate da una sovrastruttura, non da singole realtà imponendole ai propri fornitori (magari, approfittando della propria forza).  Peraltro, esiste già un tavolo di lavoro aperto allo scopo.

Per quanto riguarda la copia di cortesia: in questa fase di transizione, la sua utilità è innegabile (mi vengono in mente i doppi prezzi nella fase di passaggio all’Euro). Tuttavia, è un errore considerarla necessaria (anche perché il limite delle dimensioni del PDF imposto dall’AdE è un problema oggettivo): affinché la digitalizzazione diventi un’opportunità, le Aziende devono rimettere in discussione i processi di gestione delle informazioni. Devono imparare a usare senza indugi e promiscuità le tecnologie e gli standard che il “mondo_connesso” oggi permette, ma in un prossimo futuro pretenderà. Occorre comprendere che, nell’era di Internet, l’intermediazione analogica, la presenza fisica, sarà sempre più spesso un ostacolo. Ecco alcuni esempi.

Processo di consegna merce e resa vuoti

L’autista esce con più copie cartacee sulle quali riporta i vuoti resi e completa i conteggi in caso di incasso. Al rientro, i documenti vengono ripresi per la registrazione dei dati e l’archiviazione.

Oggi è possibile (in molti già lo fanno, ma domani sarà inevitabile) rinunciare alla carta, utilizzando un’APP che avvisa il cliente dell’imminente arrivo e permette di registrare i vuoti, la merce rifiutata, gli incassi e raccogliere la firma (oltre agli orari, i percorsi, i KM). I dati possono così essere trasmessi in tempo reale alla Sede (se richiesto al Cliente tramite email, sms o WhatsApp) che automaticamente forma, registra, invia e archivia le fatture elettroniche. Un processo così carsico può fare paura, ma la capacità di ridefinire ruoli e competenze farà sempre di più la differenza.

Processo di acquisizione dell’ordine

La maggior parte di voi concorderà che il più delle volte la presa dell’ordine è un’operazione che si esaurisce nel registrare gli appunti o il dettato del cliente, indaffarato a servire la propria clientela. Quanto costa e qual è il valore aggiunto dato dalla presenza dell’Agente? Non sarebbe meglio gestire questi ordini ricorrenti tramite (imponendo?) un’APP al Cliente, assegnando all’Agente il solo compito di sviluppare il business?

L’APP, arricchita da una chat con la quale dialogare e presentare promozioni, potrebbe inviare l’ordine all’APP dell’Agente che a sua volta, dopo una verifica e/o integrazione, lo invia alla Sede.

E’ mia convinzione che il passaggio forzato alla fatturazione elettronica abbia aperto una piccola breccia che mostra cosa c’è dietro il muro: come la tecnologia cambierà l’organizzazione delle Aziende. Se questo non avviene, se sedie e scrivanie resteranno, inchiodate a terra, saranno stati spesi soldi solo per trasformare in bit vecchie e farraginose logiche delle nostre lente macchine amministrative.  Promuovere queste idee, insistere in questa direzione è il compito che ci siamo dati per il 2019.