Bilancio 2016 – la Community di Bollicine non smette di crescere
Un anno positivo, quello appena concluso, per il gruppo di Bollicine Community.
a cura di Graziano Guazzi
Il 2016 ha dato il benvenuto a piccole e medie Aziende, di cui alcune trattano principalmente il Food (secco, fresco, surgelato, lavorazioni). Il che induce un arricchimento in termini di best practice anche per il mondo Beverage.
Si pensi ad esempio ai modelli di picking e alla gestione dei lotti e delle delicate normative sottese.
Non solo. La capacità di Bollicine di operare nel canale consumi fuori casa a prescindere dalle merceologie trattate, da una parte ne testimonia la qualità, dall’altra aumenta il bacino di utenti potenziali e, di conseguenza, le risorse finanziarie necessarie alla crescita delle applicazioni a vantaggio di tutta la Community.
Nel grafico l’area blu rappresenta il mondo delle APP dedicate alla persona: Email, Agende, Facebook, Linkedin, Drop Box, WhatsApp, etc. L’area verde misura invece la richiesta di APP professionali integrate al gestionale. Stando alle stime degli esperti, non solo assisteremo a un sostanziale aumento della domanda, ma dal 2020 il fenomeno subirà un’accelerazione perché le Aziende richiederanno un intero portfolio di applicazioni mobile dedicate ai diversi dipartimenti aziendali (area arancione).
I segnali sono visibili anche nella Community di Bollicine.
Da una parte continua a crescere la richiesta dell’APP (BcGo) dedicata alla forza vendita (abbiamo superato le 1.200 installazioni), dall’altra comincia ad essere significativo anche il numero delle installazioni dedicate ai Consegnatari (GeCko).
E’ invece ancora modesta la richiesta dell’APP dedicata ai Tecnici. Tuttavia, il fatto che siano aumentate le richieste da Operatori che di mestiere curano gli impianti di terzi dimostra che il prodotto (WorkerBee) c’è ed è performante.
Infine, con il 2017 inizieremo l’istallazione di Jumping Frog, l’APP data in uso gratuito alla propria clientela per l’invio degli ordini.
Oggi l’età media di un distributore è 68 anni, ma purtroppo il cambio generazionale rappresenta spesso un pericoloso ostacolo. Le ragioni sono diverse: le modeste prospettive di guadagno; situazioni societarie ingessate; la tendenza a considerare l’azienda una propria creatura e le difficoltà a delegare che ne consegue. Difficoltà che fatalmente si ribaltano nei rapporti a monte (fornitori) e a valle (clienti).
La ragione è che in entrambi i casi i riferimenti sono sempre più spesso giovani e la complessità della comunicazione può diventare un serio problema. In effetti, il cambio generazionale non è da intendersi unicamente come passaggio del testimone ai propri figli, ma più in generale come la revisione dei modelli di conduzione della propria azienda.
Ovviamente sono considerazioni fatte con l’accetta, ma si arriverà al punto in cui l’evoluzione, incluso quella tecnologica, non sarà rimandabile per le aziende che vogliono restare sul mercato.
D’altronde, la capacità di adattarsi al nuovo è la qualità che ha permesso alla categoria di sopravvivere e rafforzarsi in un mercato che (dal 1950) di cambiamenti ne ha vissuti davvero tanti.
E, Il 2016 lo conferma. Infatti, come dicevo, sta gradualmente aumentando la richiesta di APP dedicate ai Consegnatari, ai Tecnici e al proprio parco Clienti.
L’introduzione degli smart phone nel processo di consegna, oltre ad azzerare i tempi di registrazione dei vuoti e degli incassi, consente di passare ai documenti digitali, alla firma elettronica e alla loro archiviazione nel server aziendale, è così possibile consultare i documenti, senza spostarsi dalla scrivania o in ogni posto del mondo. Non solo: la drastica revisione del modello operativo consente all’Azienda di riscontrare con tempestività sacche di inefficienza e verificare in tempo reale con Google Maps lo stato di avanzamento delle consegne e i ritiradi.
E’ la nuova APP data in uso gratuito alla propria clientela, per gli ordini e le promozioni. Per comprendere appieno questa opportunità, è fondamentale scomporre in due momenti l’attività dell’Agente: la proposta argomentata di nuovi prodotti e promozioni (a nuovi e vecchi Clienti); la presa di ordini ripetitivi (in termini numerici, occupa la maggior parte del tempo e rappresenta la parte preponderante del flusso ordini). Diversi Grossisti ritengono che fornire un’APP ai propri Clienti potrebbe ridurre (a vantaggio di entrambi) le problematiche che caratterizzano la gestione degli ordini ripetitivi (tempi di attesa mentre il gestore serve i clienti, etc.).
La convinzione è che i Clienti che ordinano con frequenza siano nelle condizioni (ed abbiano l’interesse) di fruire del nuovo servizio.
In effetti, alla fine del turno, solitamente viene fatto l’inventario della merce da ordinare. Ma succede anche che venga improvvisamente in mente il bisogno di merce mentre si sta facendo tutt’altro. Anziché utilizzare bigliettini volanti, BCFrog consente di annotare man mano le voci sullo smart phone e, al momento opportuno, inviare l’ordine all’Agente. A sua volta, l’Agente potrà giralo alla Sede dopo averlo controllato ed eventualmente modificato. Il modello descritto consente: di ridurre i tempi di ricezione degli ordini; abbreviare i tempi di consegna; decongestionare le attività di picking; ripensare il piano delle visite; sollecitare il gestore con la comunicazione diretta delle promozioni, con la certezza di una tempestiva e corretta comunicazione.
L’ingrosso tradizionale è ben consapevole della sua missione: conoscenza del micro territorio; ricerca e penetrazione di nuove nicchie; elevata componente di servizio con consegna a domicilio di prodotti con quantità bassissime; scarico all’interno del locale; tempi di consegna brevissimi; ritiro dei vuoti a rendere; investimenti in crediti con alto rischio di impresa; attrezzature concesse in comodato d’uso gratuito, manutenzione programmata e su chiamata, etc.
L’obiettivo non può essere modificare questo scenario (che è la ragion d’essere di questo nodo della filiera), bensì aumentare l’efficacia e l’efficienza della propria opera.
Siamo consapevoli che la tecnologia in sé non basta, ma certamente è una condizione necessaria. Per questa ragione continueremo a seguire le storie personali e industriali della community, impegnandoci in un inteso lavoro di ricerca, ascolto e apprendimento.