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INDICI DEI VOLUMI
INDICI DEI PREZZI

Obiettivo di questo articolo, è di spiegare il loro significato,
illustrando come calcolarli per la propria azienda.

a cura di Graziano Guazzi

Consideriamo il seguente caso: il fatturato dell’azienda A è passato da 22.400 (2016) Euro a 25.800 (2017), producendo un aumento del 15,18 %. Risultato rassicurante. Tuttavia possiamo chiederci a cosa sia dovuto: all’aumento dei volumi? Oppure dei prezzi? O un mix delle due cause?
E’ intuitivo comprendere l’importanza della domanda. In effetti, la sola considerazione del delta fatturato non ci consente di comprendere a fondo i fenomeni che stiamo analizzando.
In economia, il problema viene risolto utilizzando degli indicatori chiamati Indici dei volumi e Indici dei prezzi (ad esempio, i giornali ci informano sugli indici dei prezzi al consumo). Lo scopo che mi propongo è di spiegare il loro significato (ratio), spiegando come calcolarli per la propria azienda. I risultati potranno essere confrontati con quelli calcolati dagli istituiti di statistica per altri situazioni (esempio l’indice dei prezzi all’ingrosso periodicamente pubblicati dall’ISTAT o dalle camere di commercio).

Per far emergere le tendenze di fondo dei fenomeni, molto spesso si preferisci analizzare i risultati, considerando, invece dei dati di base (esempio le differenze di fatturato dei due periodi presi a confronto), dei particolari rapporti statistici chiamati numeri indici. La ragione è che permettono una migliore comprensione delle variazioni intervenuto in un determinato arco temporale.

Partiamo dalla tabella 1: riporta per ogni articolo (solo due per facilitare la lettura dei dati) le vendite realizzate nei due periodi presi in esame. Confrontando i totali si comprende immediatamente che la diminuzione dei volumi del 5% è stata compensata dall’aumento dei prezzi medi di vendita del 21,24%. Rispetto all’osservazione di partenza (aumento del fatturato del 15,18%) sappiamo qualcosa di più, tuttavia queste informazioni sono ancora troppo approssimate. La ragione è che nella realtà, la tabella del fatturato è composta da migliaia di articoli di natura molto diversa: acque, vini, birre, liquori, secco, etc. Ognuno dei quali ha una propria unità di misura (Bottiglie, Cartoni, Fusti, KG, etc.) e un proprio peso in termini di valore (prezzo di vendita). La somma di queste quantità e l’utilizzo di un prezzo medio non pesato falsano i risultati rendendoli poco realistici.

Per correggere queste distorsioni, è necessario introdurre alcuni elementi che permettono di arrivare a risultati più verosimili. Nella Tabella 2, sono stati introdotte le colonne QxC e Coefficiente. Rispettivamente specificano i pezzi contenuti in una confezione e la capacità del singolo pezzo (bottiglia, lattina, fusto, etc.). In tal modo è possibile ricondurre i diversi formati e i prezzi a un’unica unità di misura rendendo congrue le colonne Volumi e Prezzo Volume. Come mostra l’esempio, i risultati cambiano. L’incidenza dei volumi scende al -8,22% e quella dei prezzi sale +25,50%.

Ora i risultati sembrano più realistici. Tuttavia hanno un difetto: per come sono stati calcolati, la variazione dei prezzi contiene una quota dovuta alle variazioni di quantità e viceversa. Tanto per capirci, l’aumento/diminuzione dei volumi potrebbe essere avvenuta in seno a merceologie il cui prezzo è diverso. Esempio, in termini di volumi (non pesati), la diminuzione del comparto bibite di 100 a fronte di un aumento del comparto birre di 50 equivale alla diminuzione del comparto bibite di 50 a fronte di un aumento del comparto birre di 100. Tuttavia, come si può facilmente immaginare, tenendo conto dei prezzi (ossia “pesando” ogni articolo), gli effetti potrebbero essere sensibilmente diversi. E’ pertanto opportuno perfezionare i metodi di calcolo chiedendoci:

  1. Quali sarebbero stati i risultati se avessimo venduto i volumi di quest’anno ai prezzi dell’anno precedente?
  2. Quali sarebbero stati i risultati se avessimo venduto i volumi dell’anno precedente ai prezzi di quest’anno?

In economia, le risposte vengono rispettivamente chiamate Indice dei Prezzi e Indice dei Volumi. Vediamo come procedere.

Come mostra la Tabella 3 utilizzando gli stessi volumi (quelli dell’anno in corso) le differenze (Totale anno in corso / Totale anno precedente) dovranno necessariamente essere imputate al solo cambiamento dei prezzi.

Similmente, come mostra la Tabella 4, utilizzando gli stessi prezzi (quelli dell’anno in corso) le differenze (Totale anno in corso / Totale anno precedente) dovranno necessariamente essere imputate al solo cambiamento dei volumi.

Sulla base di queste regole, possiamo concludere che l’incremento del fatturato è dovuto ad un indice dei prezzi del 1,17 (= 25.800/22.000) e un indice dei volumi del 0,98 (= 26.400/25.800). Misure che ci fanno comprendere che:

  1. la diminuzione dei volumi è avvenuta in comparti i cui prezzi sono relativamente piccoli e il mix dei prodotti offerti si è spostato su gamme più costose
  2. c’è stato un importante aumento dei prezzi.

Per ricavare la percentuale dal Numero Indici viene utilizzata la seguente formula: (Numero Indice – 1) x 100. Esempio: (0,98 – 1) * 100 = -2,27.

Punto di attenzione: per una convenzione del mondo economico, molto spesso, gli istituti di statistica moltiplicano l’indice per 100 (quindi quelli dell’esempio diventerebbero 117 e 98). I valori inferiori a 100 corrispondono alle diminuzioni, quelli superiori agli aumenti.

Per aumentare la comprensione dei fenomeni (ad esempio il cambiamento delle gamme offerte), in seno all’azienda è di utilità scomporre gli indici per merceologie, canale, capo area, agente, etc. Va inoltre fatto notare:

  1. L’analisi di questi numeri diventa più leggibile utilizzando cruscotti al posto di tabelle di numeri.
  2. Più che l’indice in sé è utile analizzare le sue variazioni. Ad esempio l’indice dei prezzi calcolato a febbraio con quello calcolato a gennaio

Termino mostrando l’analisi di un caso reale (i dati si riferiscono al fatturato di un solo agente).

I periodi messi a confronto sono: 1 gennaio 2016 – 31 luglio 2016 vs 1 gennaio 2017 – 31 luglio 2017.

Cruscotto 1 – Riporta il fatturato scomposto per macro merceologie. Il grafico ad anello confronta i fatturati complessivi evidenziando la differenza di 105.475 Euro, ossia un + 26,3%.

Cruscotto 2 – Riporta i volumi scomposti per macro merceologie. Il grafico ad anello confronta i volumi complessivi evidenziando la differenza (non pesata) di 50 HL, ossia un +17,1%.

Ragionando in termini di prezzi medi (non pesati) avremo:

  1. Prezzo Medio/LT periodo 1 = 1,37
  2. Prezzo Medio/LT periodo 2 = 1,51.

L’incremento del prezzo medio di vendita è quindi del +10,7%.

Cruscotto 3 – Riporta l’indice dei volumi e dei prezzi scomposto per macro merceologie e quello complessivo. Si osservi che, una volta pesati, l’incremento di fatturato che dipende dai volumi sale dal 17% al 21,52%. Al contrario l’incremento del fatturato dovuto alla variazione dei prezzi scende allo 0,67%.