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Non ci resta che piangere è un’esilarante commedia che racconta le vicende di due personaggi (Massimo Troisi e Roberto Benigni) che nell’estate del 1984 sono catapultati nel 1492 e si trovano a dover parlare  con l’immenso Leonardo da Vinci di grandi scoperte, per la verità senza grande successo …

A inizio anno scrivevo, rammaricandomi, che nella PMI italiana gli investimenti informatici per la logistica sono la Cenerentola dell’Azienda e che non fanno eccezione le aziende che forniscono l’Ho.Re.Ca. a prescindere dalle dimensioni.

Confesso che quando affronto questo argomento sono frenato dal disagio che assale chi parla di cose ovvie, peraltro senza grande successo. La situazione è come quella del film, ma con la freccia del tempo nella direzione opposta: dal passato al presente.

La prima ragione è che effettivamente le soluzioni sono disponibili da decenni. Insomma, nulla di nuovo. Non c’era certo bisogno del 5G per meccanizzare i processi di entrata e uscita merce o per adottare un software mirato a ridurre le scorte di magazzino e controllare i principali indici aziendali (analizzando numeri precisi e non grossolani quando non errati, il che con un basso livello di meccanizzazione non è banale).

La seconda è la velocità con la quale si stanno delineando nuovi scenari: il clima, nuovi cibi, nuove monete, nuove cure, nuovi trasporti, nuovi divertimenti, nuova intelligenza, i robot, i cyborg – in merito suggerisco una stimolante lettura: Cristina Pozzi, Benvenuti nel 2050, Egea.

Con questi temi anche eticamente dirompenti, in grado di cambiare tutto, ha ancora senso discutere di come ridurre le scorte di magazzino e di come razionalizzare la logistica?

Nel frattempo sul Sole 24 Ore si legge che con il giusto clic 350 mila locali italiani possono acquistare direttamente dai produttori. Questo è l’invito di Deliveristo, la nuova piattaforma WEB, che promette un processo d’ordine immediato, un servizio di consegne rapido, tarato sulle reali esigenze dei locali e con un abbattimento del 25% dei costi: dal produttore, direttamente all’esercente, saltando a piè pari il tradizionale distributore (e i loro magazzini!).

Ripeto: ha ancora senso preoccuparci di come ridurre le scorte di magazzino? Anche se in ritardo, io credo di sì. Se così non fosse, il caro e vecchio grossista dovrebbe domandarsi se ha ancora qualcosa da dire e da fare (come suggerisce S.I.C. in S.O.S. alle 6.00 AM – www.italgrob.it). E allora, proseguiamo.

La domanda successiva è perché nella mia Azienda non sono ancora entrate, ad esempio, le seguenti tecnologie: software per determinare e ottimizzare gli acquisti con l’obiettivo di ridurre le scorte di magazzino; software per eliminare la registrazione manuale dei vuoti resi e ridurre gli accrediti per errori nelle consegne; software per movimentare la merce, tracciare i lotti riducendo errori e tanta carta; software che, eliminando la carta, consentono di consultare i documenti da qualunque luogo. Gli esempi e la qualità dei risultati non mancano e sono sotto gli occhi.

Non vorrei essere frainteso. Queste tecnologie non sono lo scacco matto al Deliveristo di turno. Sono le banali pedine senza le quali la partita a scacchi è persa in partenza. Fuori di metafora, indiscutibilmente sono un percorso tecnologico molto efficace per prepararsi, sopratutto culturalmente, al futuro: un luogo molto diverso da come lo conosciamo.

 

Leonardo